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Sono ben 17 i prodotti DOP e IGP del Veneto, una regione con un ricco e diversificato patrimonio alimentare. Alla pluralità di ambienti corrisponde una pluralità di prodotti tipici. Tutti sottoposti a rigorosi controlli che ne garantiscono l'assoluta qualità
Olio extravergine d'oliva Garda DOP
Vista la posizione dei terreni del Garda
in una zona molto più a nord rispetto a
quelle tradizionalmente vocate a questo
tipo di coltivazione, non ci si aspetta
un olio così straordinario.
E invece qui le olive si raccolgono a
mano e si lavorano immediatamente a
freddo. Ne risulta un olio extravergine
classificato tra i migliori prodotti
italiani. Sorprende il suo colore
verde-oro intenso e marcato, il delicato
profumo di frutta e quel suo piacevole
retrogusto di mandorla dolce che lo
rende estremamente versatile in cucina.
Ama soprattutto le preparazioni in cui
viene utilizzato a crudo, ma è perfetto
anche in cottura.
L'olio extravergine di oliva del Garda
ha ottenuto il marchio DOP nel 1997.
Ogni anno il comune di Torri del Benaco
organizza una grande festa per
salvaguardare la tipicità di questo
prodotto.
Asparago bianco di Cimadolmo IGP
Cimadolmo, piccolo paese nel
trevigiano, è la patria dell'asparago
bianco, delicato germoglio che
impreziosisce le tavole in primavera, la
stagione in cui la natura,
risvegliandosi, diventa un tripudio di
colori e di profumi che si spandono
nell'aria.
Fa eccezione questo ortaggio bianco
alabastrino, senza sfumature, tenero e
dolciastro che delizia anche i palati
più esigenti, presentandosi talvolta
come unico ingrediente di piatti davvero
squisiti.
Nel 2001 il Bianco di Cimaldolmo ha
ottenuto il marchio IGP, e un Consorzio
ne tutela la produzione e la
commercializzazione. Ogni anno, tra
aprile e maggio, si svolge una
mostra-concorso che promuove ed esalta
le caratteristiche di questo pregiato
ortaggio.
Prosciutto veneto Euganeo-Berico DOP
Meno famoso dei cugini di Parma, di
San Daniele e di Sauris, ma altrettanto
buono.
Stiamo parlando del prosciutto Veneto
Euganeo Berico conosciuto sin dal 1400
quando appariva sulle tavole imbandite
dei Dogi e dei nobili veneziani.
Se c'è un luogo che può considerarsi la
patria di questa leccornia a base di
carni di maiale è Montagnana, in
provincia di Padova, che orami da alcuni
anni, a maggio, dedica al suo "dolze"
una grandiosa festa con degustazioni e
vendita diretta.
Un prosciutto crudo dolcissimo, dal
profumo delicato e dal particolare
colore rosa tenue che nel 1996 si è
guadagnato il marchio DOP e ha
conquistato anche molti intenditori. E'
finito sulle tavole del Papa e del
Presidente della Repubblica e ha vinto
numerose medaglie d'oro nelle
esposizioni di Londra e Parigi. Oggi lo
si trova sulle tavole dei migliori
ristoranti italiani, ma anche all'estero
comincia a essere conosciuto,
soprattutto in Austria e Germania.
Riso Vialone Nano Veronese IGP
Che fascino la pianura della bassa
veronese! Una terra ricca d'acqua, di
risorgive, di canali. Ai terreni
argillosi si alternano ampi rettangoli
allagati d'acqua sin dalla primavera:
sono le risaie. Qui si coltiva il Riso
Vialone Nano Veronese IGP, l'unico in
Italia a fregiarsi del marchio europeo.
Un eccellente prodotto, ottenuto dopo un
lungo lavoro di incroci e selezione, che
in questi terreni ha trovato un habitat
ideale.
Sui metodi di lavorazione e produzione,
effettuati oggi con apparecchiature di
avanzata tecnologia, garantisce il
Consorzio di Tutela con sede a Isola
della Scala. In questa graziosa
cittadina ormai da 40 anni si organizza
una grandiosa Fiera dedicata al Vialone
Nano. Due settimane tutte imperniate
sulla distribuzione del celebre risotto
"all'Isolana" e in cui si propongono
moltissime manifestazioni collaterali:
sfilate legate alla tradizione e al
folklore, mostre, convegni, cultura e
sport.
Il Vialone Nano Veronese è un riso che
viene proposto sulle tavole di tutto il
mondo e che è particolarmente apprezzato
dai grandi chef per la sua capacità di
assorbire i condimenti e per la sua
tenuta in cottura.
Per valorizzare turisticamente il
territorio a vocazione risicola, la
Regione Veneto ha riconosciuto
l'associazione "Strada del Riso Vialone
Nano Veronese IGP". Una "strada" per
rilanciare la gastronomia locale ma
anche per recuperare le tradizioni
agricole legate a questo prodotto.
Fagiolo di Lamon IGP
Nella commedia "Natale in casa
Cupiello", Eduardo De Filippo proponeva
pasta e fagioli come medicina per
cacciare una febbre di origine
"viscerale". Non sappiamo se quei legumi
provenissero da Lamon, ma è certo che
quelli coltivati in questa zona del
bellunese sono veramente inimitabili.
Diretti discendenti di quelli
provenienti dal Nuovo Mondo, i fagioli
che vennero introdotti a Lamon trovarono
un habitat perfetto riuscendo a imporsi
su altri colture. Quattro le varietà: lo
"Spagnol", lo "Spagnolet", il "Calonega"
e il "Canalino".
Per secoli alimento delle classi povere,
in alternativa alla carne, oggi i
fagioli sono stati riscoperti come
ingrediente di numerosi piatti.
Non sono molte, né tantomeno elaborate,
le ricette che lo vedono protagonista:
basta semplicemente bollirli, condirli
in insalata con le cipolle affettate
sottili, accompagnarli con un uovo sodo
o una fetta di salame per trasformarli
in un pasto completo. Tra i piatti più
gustosi e tradizionali è doveroso
ricordare la famosissima "pasta e fasoi",
piatto storico della cucina veneta.
Formaggio Monte Veronese DOP
Il Monte Veronese, o più
semplicemente il Monte, come lo chiamano
in Lessinia, è un formaggio da veri
intenditori, talmente prezioso che verso
il 1000 veniva usato al posto della
moneta. Una leccornia anche per Giovanni
Comisso, scrittore trevigiano che
scrisse così: "Basta una scheggia di
questo formaggio, piccante e ardente,
per sentire il profumo di una piccola
valle di prima mattina oltre i mille
metri, in essa scopri la genziana, i
mirtilli, i cardi e i lamponi".
Eh sì, perché questa chicca nasce sui
prati verdissimi della Lessinia, da
mucche che pascolano libere tutto il
giorno. Dal latte al formaggio il passo
è breve e i profumi e i colori di quella
natura rigogliosa si ritrovano in quello
che oggi è un prodotto ricercato.
Ottimo formaggio da tavola, stagionato
diventa ancor più buono gustandolo a
scaglie, come il grana. E molto dicono
che il Monte Veronese lo superi in
bontà.
Ciliegie di Marostica IGP
A chi capitasse di passare dalle
parti di Marostica in primavera non
sfuggirà di sicuro l'inaspettato
spettacolo offerto dalle colline
rivestite di ciliegi in fiore.
Un tenue colore bianco che dona alla
chioma degli alberi un fiabesco candore
e che pochi mesi più tardi si trasforma
in una distesa rossa, quasi nera,
dipende dalla varietà delle ciliegie.
Roana, Sandra, Francese, Bella Italia,
Milanese e Romana : sono alcuni dei nomi
di questo frutto prodotto a Marostica
che nel 2002 ha ottenuto il marchio IGP.
Raccolte ancora a mano, le ciliegie
marosticensi hanno un gusto zuccherino,
a volte intenso, e oltre al tradizionale
consumo, si utilizzano per produrre
marmellate, sciroppi, succhi, canditi e
sorbetti. La folcloristica sagra delle
ciliegie che si svolge ogni anno a
maggio è l'occasione giusta per gustare
questa prelibatezza. Semplicemente da
sola, oppure nei fantasiosi piatti
proposti dagli chef locali.
Vini
Prosecco Superiore di Cartizze
I fasti di Valdobbiadene, città
della vite e del vino, regina del
Prosecco, vengono celebrati annualmente
in settembre con la Mostra Nazionale
dello Spumante e sono il frutto di una
naturale vocazione alla coltivazione
della vite, che diventa l'elemento
fondamentale in tutti gli aspetti della
vita locale, incarnato in tradizioni più
che millenarie, come testimonia S.
Venanzio Fortunato, poeta del VI secolo
e vescovo di Poitiers, il più illustre
figlio di Valdobbiadene, i cui versi
salutavano la patria come terra "quo
vineta vernantur": il luogo dove
verdeggiano i vigneti. Questo "beato"
dalle virtù poetiche-gastronomiche,
cantore delle gioie del palato e del
buon vino, è il protettore della
Confraternita del Prosecco di
Valdobbiadene. Invocando l'ispirazione e
il consiglio di San Venanzio Fortunato,
nel contesto di una cerimonia
spettacolare che si svolge annualmente
in occasione della festività delle Nozze
di Cana, nella cella vinaria di S.
Pietro di Barbozza (Mostra vino Prosecco
e Cartizze, sabato di Pasqua), sede
della Confraternita, vengono eletti i
Cavalieri del Prosecco. La
Confraternita, autentica Università del
Prosecco, è nata il 14 agosto 1945 tra
gli enotecnici della zona di
Valdobbiadene, come stimolo alla ripresa
economica del settore vitivinicolo, dopo
le tristi vicende belliche, per
l'estremo stato di abbandono dei vigneti
che alzavano al cielo i loro tralci
scarni ed incolti.
Colli di Conegliano Bianco
Il Colli di Conegliano Bianco D.O.C.(ottenuto
con diverse uve: Incrocio Manzoni, Pinot
bianco e/o Chardonnay, Sauvignon e/o
Riesling) è di colore giallo paglierino,
profumo aromatico caratteristico,
vinoso, ha un gusto sapido, secco, fine
e vellutato. È un vino di classe, per
certi aspetti anche impegnativo,
piacevole, capace di accompagnare sia le
pietanze classiche sia le carni: in
questo senso è un vino completo e
raffinato. La limitata produzione e le
caratteristiche qualitative ne fa un
vero vini d'élite.
Torchiato di Fregona
Si tratta di un vino di prelibata
qualità, dolce-amaro, gustosissimo, che
viene ottenuto da uve passite e poi
torchiate durante la settimana di
Pasqua; per questo è anche detto Vin
Santo. Da 100 Kg. di uva si ottengono 20
lt. di vino passito che si presenta di
colore dorato carico, con odore di miele
d'acacia o di tiglio, con sapore dolce
delicatamente maderizzato e retrogusto
amarognolo, con acidità equilibrata e
gradazione alcolica che deve raggiungere
il 16%.
Refrontolo Passito
Il Marzemino di Refrontolo è un vino
diverso da quello prodotto in altre
zone, è un vino da dessert, da
conversazione, di un bel colore rosso
rubino con orli violacei, amabile,
sapido, frizzante, ricco di profumi con
nota di mora di rovo e di morasca.
Raggiunge i 12-14 gradi.
Refrontolo ha voluto innalzare un
monumento a questo raro, prestigioso e
caratteristico vino per richiamare
l'attenzione dei turisti e per ricordare
il grande Mozart che lo ha immortalato
nella sua opera, il Don Giovanni. Il
monumento, pregevole opera in ferro
battuto di Carlo Balliana, inaugurato
nella primavera del 1984, rappresenta
con impressionante realismo una vigna
con il suo tronco, i suoi tralci, i suoi
viticci, le sue foglie e i suoi
grappoli; in una atmosfera musicale e
poetica, simboleggiata dall'archetto e
dal violino, sono state inserite
nell'armonioso contesto campestre, le
immagini di Da Ponte e Mozart e una
bucolica figura di giovinetta. |
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