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La Provincia di Rovigo è una provincia del Veneto di oltre 240 mila abitanti.
Confina a nord con la Provincia di Verona, la Provincia di Padova e la Provincia di Venezia, a ovest con la Lombardia (Provincia di Mantova), e a sud con l'Emilia-Romagna (Provincia di Ferrara).
Storia
Pochissimi sono i reperti storici giunti fino a noi dall'antichità. Sicure sono le frequentazioni di Paleoveneti, Etruschi e più tardi dei Romani; meno sicura invece è l'ipotesi che la battaglia dei Campi Raudii si sia svolta nei pressi di un preesistente abitato di epoca romana. Qualunque cosa ci fosse, fu spazzata via dalla rotta dell'Adige alla Cucca del 589.
Il primo documento storico sicuramente attendibile sulla città è dunque quello del 24 aprile 838, dove Rovigo viene definita in latino villa quae nuncupatur Rodigo, ossia "borgo [rurale] detto Rodigo".
Il borgo rurale cominciò probabilmente a svilupparsi in un villaggio più articolato all'inizio del X secolo; nel 920 infatti il vescovo di Adria Paolo Cattaneo chiede ed ottiene da papa Giovanni X il permesso di costruire una fortificazione per trasferirvi temporaneamente la sede vescovile al riparo dalle scorrerie ungare. Questa prima fortificazione è completata nel 954.
Gli Estensi erano presenti a Rovigo già nel 1117 e furono presumibilmente loro a promuovere l'ampliamento della fortificazione nel XII secolo, quando l'abitato di Rovigo si estendeva già su entrambi i lati dell'Adigetto, che all'epoca era un vero e proprio fiume.
Il mastio del castello, oggi conosciuto come torre Donà, alto 66 metri è una delle più alte torri medievali italiane, quasi sicuramente fu la più alta torre in muratura della sua epoca.
Il dominio estense su Rovigo fu ufficializzato dal Sacro Romano Imperatore nel 1194, che ne nominò conte Azzo VI; a parte brevi parentesi, Rovigo rimase estense per quasi tre secoli. Nel 1343 il vescovo di Adria decise di costruire a Rovigo la residenza vescovile, ma la diocesi continuò a chiamarsi "diocesi di Adria" quasi fino ai giorni nostri.
Il XV secolo fu tormentato per Rovigo e tutto il Polesine, conteso dalla Repubblica di Venezia che cominciava in quel periodo ad espandersi verso la terraferma.
Durante i fatti della guerra del sale, i Veneziani entrarono definitivamente a Rovigo nel 1482, e a parte la parentesi della Lega di Cambrai (1508 - 1511) ne mantennero il dominio per circa tre secoli.
Per imprimere subito l'impronta della repubblica, fu costruita in piazza Maggiore (l'attuale piazza Vittorio Emanuele II) la torre civica in cui fu trasferita la campana che aveva suonato nel mastio del castello; successivamente fu costruita anche la colonna con il Leone di San Marco (1519).
Alla fine del XVI secolo la Serenissima celebrò il proprio dominio edificando su progetto del bassanese Francesco Zamberlan il tempio della Beata Vergine del Soccorso, noto col nome di Rotonda, il cui interno è decorato con tele di elevato valore artistico e allegorico, raffiguranti i podestà veneziani che governarono su Rovigo fino agli anni 1660.
Durante il XVIII secolo, in seguito all'aumento della popolazione, fu ampliato il duomo la cui facciata rimase incompiuta; l'edilizia privata produsse piccoli capolavori come il palazzo Roncale e il palazzo Angeli. In questo periodo il borgo S. Bortolo cominciò ad assumere una sua identità di quartiere fuori porta. Rovigo conservò la sua pianta pentagonale circondata dalle mura e attraversata dall'Adigetto (che nei secoli perse progressivamente di importanza); alcuni tentativi da parte di privati di demolire le fortificazioni ormai inutilizzate furono fortunosamente bloccati dall'intervento dei podestà.
All'inizio del XIX secolo, in seguito alla caduta della Repubblica di Venezia e all'instaurarsi della dominazione francese, Rovigo conobbe un rinnovato impulso sociale e culturale alla crescita e allo sviluppo. In piazza Maggiore si trovò finalmente il posto per una sede di prestigio all'Accademia dei Concordi.
L'eccesso di laicismo liberale portò anche alla demolizione della storica chiesa di Santa Giustina e alla nascita, al suo posto, della piazza minore ora intitolata a Giuseppe Garibaldi; affacciandosi su questo nuovo spazio pubblico nacquero in seguito, durante la dominazione austriaca, il teatro Sociale e il palazzo della borsa commerciale. Vennero abbattute quattro delle sei porte di accesso alla città e le fosse furono trasformate in passeggi pubblici per promuovere lo sviluppo della città all'esterno delle mura estensi.
L'economia era ancora prevalentemente basata su agricoltura e allevamento; il cavallo polesano divenne famoso in tutta Europa come la migliore razza di cavalli per il traino di carrozze. L'annessione al Regno d'Italia diede la spinta definitiva allo sviluppo; nel 1866 la città risentì favorevolmente della costruzione della linea ferroviaria Padova-Rovigo, subito prolungata verso Ferrara.
Nel 1927 il territorio del comune fu allargato, inglobando i territori fino a quel momento autonomi di Boara Polesine, Mardimago, Buso e Sarzano, S. Apollinare con Selva, Borsea, Grignano Polesine e Concadirame. Inoltre, la costituzione del quartiere della Commenda e del nuovo centro sanatoriale favorirono lo sviluppo della città a nord, mentre a sud-ovest la località Tassina ormai diventava un quartiere periferico della città.
Nel 1938 il corso dell'Adigetto, ormai ridotto a un corso d'acqua di scarsa importanza, fu deviato a ovest; il progetto era quello di creare al suo posto una grandiosa via di celebrazione in stile fascista. Il progetto fu realizzato solo parzialmente, interrotto dalla seconda guerra mondiale; tra gli edifici costruiti, spiccano per imponenza e stile di realizzazione il palazzo delle poste e il palazzo INA. Il castello nel dopoguerra venne trasformato in giardino pubblico; il gruppo delle "due torri" sopravvissute nella cittadella diventò così uno dei simboli più rappresentativi della città.
A partire dagli anni 1950 e 1960, Rovigo ha avuto un notevole sviluppo, sia come tradizionale mercato agricolo, sia come centro industriale, favorito dall'inserimento del Polesine nelle zone ad economia depressa; furono costituiti la nuova parrocchia e quartiere di San Pio X per l'espansione della città a ovest, fu costruita la chiesa della Commenda e il quartiere fu ampliato ulteriormente a est; nel territorio a sud-est compreso tra l'abitato e la frazione di Borsea si è sviluppata una organica zona industriale, che ora ha uno sbocco naturale sul porto appena realizzato sul Canal Bianco.
A partire dagli anni 1980 è iniziato il recupero, a volte discutibile ma sempre organico, del patrimonio urbanistico e architettonico del centro cittadino. In tempi recentissimi si sono sviluppati il nuovo polo ospedaliero a est e la zona commerciale a nord della città, dove si sono stabilite anche le sedi della Fiera e dell'Università. Si sta infine completando in questi anni il recupero urbanistico dell'ex ghetto ebraico, iniziato negli anni 1930.
Geografia
Il comune di Rovigo si estende tra il fiume Adige a nord e il Canal Bianco a sud, ad eccezione della frazione di Fenil del Turco che è situata a sud del Canal Bianco; si trova a circa 40km a dalla costa del mare Adriatico.
Il territorio è estremamente pianeggiante e l'altitudine varia tra i 5 e gli 8 metri sul livello del mare. È attraversato dal naviglio Adigetto, il cui tratto urbano è stato per gran parte coperto, e da numerosi canali artificiali, il più importante dei quali è lo scolo Ceresolo. Il terreno è molto fertile e adatto in particolare alla coltivazione del mais e di prodotti orticoli di qualità. Sul Canal Bianco si apre il porto di Rovigo, diventato operativo nel 1998.
L'urbanizzazione di Rovigo si è estesa fino a comprendere le frazioni di Granzette e Boara Polesine a nord, Sarzano a est, Borsea a sud, Roverdicrè a ovest. Le frazioni di Concadirame, Fenil del Turco, Grignano Polesine e Sant'Apollinare sono centri abitati isolati. Circa il 6% dei residenti nel comune abita in nuclei isolati di dimensioni minori, tra i quali i più importanti per popolazione ed estensione sono le località di San Sisto e Ca' Bianca.[3] Pur facendo parte del territorio del comune di Rovigo, la frazione di Buso contribuisce alla formazione del centro abitato di Villadose insieme con alcune località del comune di Ceregnano, mentre la frazione di Mardimago è analogamente contigua al centro abitato di San Martino di Venezze. |
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Wikipedia: "Rovigo". ) |
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